La malattia di Alzheimer

La malattia di Alzheimer è la più comune forma di demenza. Per demenza si intende una perdita significativa delle funzioni mentali superiori (memoria, linguaggio, intelligenza, capacità di controllo del comportamento, orientamento spaziale, attenzione ecc.) che ha ricadute sulle attività della persona determinando perdita di autonomia con un andamento progressivo nel tempo.

La malattia di Alzheimer fu descritta per la prima volta nel 1906 da Alois Alzheimer, neuropsichiatra tedesco, in una donna di 51 anni che presentava perdita della memoria, cambiamento del carattere, delirio di gelosia, incapacità a provvedere alle cure domestiche.

Fino agli anni ’70 si ritenne che la malattia potesse colpire solo le persone al di sotto dei 65 anni: si parlò quindi di “demenza presenile”. Solo negli ultimi decenni si è accertato che la malattia di Alzheimer non è esclusiva dell’età presenile, ma anzi è tanto più frequente quanto più aumenta l’età.

La demenza in Italia e a Reggio Emilia

Casi di demenza e Alzheimer in Emilia Romagna e provincia di Reggio Emilia

Ogni 3 secondi nel mondo una persona sviluppa una forma di demenza.

A livello mondiale la demenza colpisce attualmente 47 milioni di persone, mentre in Italia si stimano circa 1.241.000 casi (dal Rapporto Mondiale Alzheimer 2018 di Alzheimer’s Disease International), di cui circa 600 mila con demenza di Alzheimer. Circa 3 milioni sono invece le persone direttamente o indirettamente coinvolte nell’assistenza dei loro cari (dati dell’Istituto Superiore della Sanità). Nelle persone che hanno superato i 65 anni la frequenza complessiva (prevalenza) dei casi di demenza è circa del 7%, negli 80enni del 30% circa. Questa caratteristica, unita al costante aumento del numero di anziani tipico della nostra epoca, rende ragione della grande espansione della malattia.

Al 31 dicembre 2021 i pazienti con demenza in carico al Servizio sanitario regionale dell’Emilia-Romagna erano 62.741, di cui il 50% circa affetto da forme medio-gravi. La prevalenza è di 22,6 per 1.000 abitanti; la percentuale rispetto alla popolazione residente (4.458.006) è dell’1,4%; quella delle persone rispetto alla popolazione ultra65enne (1.073.202) è del 5,8%. Sul totale, la percentuale di malati di Alzheimer è del 60%.

Nel 2021 erano state effettuate dal sistema sanitario regionale 16.038 nuove diagnosi di demenza (nel 2016 erano state 12.377) e 7.084 diagnosi di “Mild Cognitive Impairment” (Disturbo Cognitivo Lieve), una condizione di rischio che deve essere attentamente monitorata per la sua possibile evoluzione in demenza.

In provincia di Reggio Emilia – dove si stima che le persone con demenza siano circa 10mila – nel corso del 2022 sono state effettuate 1.923 nuove diagnosi di demenza (nel 2017 erano state 1.695), mentre 1.562 persone hanno ricevuto una diagnosi di “Mild Cognitive Impairment” a rischio evoluzione a demenza (nel 2017 le diagnosi di MCI erano state 790).

Dati della Regione Emilia-Romagna

Epidemiologia della demenza in Emilia-Romagna nel 2017. Analisi attraverso dati amministrativi

La demenza in Emilia-Romagna. I numeri 2017. Infografica

Che cosa accade nel cervello?

La malattia di Alzheimer colpisce le cellule del sistema nervoso centrale.

È caratterizzata dalla morte di cellule cerebrali (neuroni), particolarmente in quelle aree del cervello deputate alla memoria e alle altre funzioni cognitive.

Nelle ultime fasi della malattia la progressiva povertà cellulare si traduce macroscopicamente in atrofia della corteccia cerebrale, cioè in un assottigliamento del tessuto cerebrale visibile anche alla TAC e alla Risonanza Magnetica. La malattia di Alzheimer è nella stragrande maggioranza dei casi sporadica, cioè non ereditaria. In una piccola percentuale (meno del 5%) è invece ereditaria.

Non è nota la causa della forma sporadica, la più comune: si ritiene che fattori ambientali (a tutt’oggi ignoti) interagiscano con una predisposizione genetica, determinando la malattia.
Nella malattia si verificano dei processi degenerativi con accumulo di sostanze nel cervello (beta-amiloide e proteina tau) che portano a morte i neuroni. Questi processi sono molto lenti e probabilmente iniziano molti anni prima che si manifesti la demenza.


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