Film su Alzheimer e demenza

Abbiamo cercato di raccogliere per voi un elenco, ovviamente non esaustivo, dei migliori film tra lungometraggi e documentari che trattano il tema dell’Alzheimer e della demenza.

Abbiamo proiettato nei cinema di Reggio Emilia e provincia diversi di questi titoli dal 2014 ad oggi durante la nostra Rassegna Cinematografica Mese Mondiale Alzheimer.

Film sull’Alzheimer e la Demenza: cortometraggi

Lettere a mia figlia

(2016) cortometraggio di Giuseppe A. Nuzzo, 12 min.
È sera. Un uomo è seduto alla scrivania intento a scrivere una lettera a sua figlia Michela. L’inchiostro scorre sulle pagine bianche, il tempo scivola veloce, troppo veloce, quasi non si distinguono le ore e i giorni, come se quella lettera fosse stata scritta per mesi, per anni. I ricordi in casa si intervallano ai dettagli della punta inchiostrata sulla carta, alle lancette dell’orologio che girano veloci senza scandire più il tempo, agli occhi stanchi e lucidi del vecchio uomo; scrive di essere stato abbandonato da tutti, ma soprattutto da lei.

Ti ho incontrata domani

(2015) cortometraggio di Marco Toscani, 12 min.
Racconta sia lo smarrimento dell’identità cui conduce la malattia dell’Alzheimer, ma soprattutto un altro smarrimento, quello di chi resta, di chi vede trasformare la/il compagna/o di un cammino condiviso. Si sofferma principalmente sull’emozione di chi, come appena sveglio al mattino, vorrebbe trattenere ancora negli occhi, il sogno della notte, che necessariamente si dissolve. Diventa quindi difficile stabilire quale dei due drammi sia il più insostenibile, quello di chi “parte” inghiottito dall’ignoto, o quello di chi resta, assistendo inerme all’inesorabile dissoluzione di una vita. Attraverso un voluto fraintendimento, il regista conduce lo spettatore attraverso il medesimo smarrimento: lo specchio e la sua immagine riflessa non coincidono più.

Film sull’Alzheimer e la Demenza: lungometraggi

Arrugas – Rughe

(2011) di Ignacio Ferreras, 89 min.
Lungometraggio d’animazione, tratto dall’acclamato graphic novel di Paco Roca. ‘Arrugas – Rughe’, narra le avventure di Emilio e Miguel, due anziani che stringono amicizia in una residenza geriatrica. Emilio, che arriva in uno stato iniziale di Alzheimer, verrà aiutato da Miguel e altri compagni a non fi nire al tanto temuto ultimo piano dell’istituto, dove viene recluso chi ha perso la ragione e non può più provvedere a se stesso. Il loro piano tinge di commedia e grandi dosi di tenerezza la quotidianità altrimenti tediosa della residenza, dove per molti la vita sembra ormai finita, mentre per loro sta iniziando di nuovo.

Bicicleta, cullera, poma

(2010) di Carles Bosch – in l.o. con sottotitoli in italiano, 96 min.
“Bicicletta, cucchiaio, mela”: tre parole senza alcuna correlazione. Tre parole da ricordare. A tutti noi sembrerà facile, ma per le persone con Alzheimer questo piccolo test si rivela insormontabile. La malattia di Alzheimer colpisce sempre più persone e in futuro potrebbe mettere in difficoltà il nostro sistema sanitario. “Bicicletta, cucchiaio, mela” di Carles Bosch affronta uno dei temi più delicati del nostro tempo. Il protagonista di questa storia è Pasqual Maragall, ex sindaco di Barcellona durante i giochi olimpici ed ex presidente della Catalogna. Per due anni ha accettato di farsi filmare, pur sapendo che sarebbe andato incontro a un lento declino. E nonostante lo sconforto legato alla sua situazione, affronta la malattia con grande coraggio e ironia.

Ca’ Nostra

(2018) di Cristiano Regina, 74 min.
In via Matilde di Canossa, a Modena, tre anziani che convivono con l’Alzheimer hanno trovato una nuova casa: in un appartamento si sperimenta per la prima volta in Italia un modello di coabitazione già adottato in diversi paesi nel nord Europa. Lo sguardo di Etta e Adriana racconta lo scorrere del tempo nella casa e il loro mondo, fatto di relazioni, lavori domestici, momenti creativi. Un universo ricco di fantasie e paure che solleva una questione fondamentale: cosa accade in un nucleo familiare quando un genitore si ammala gravemente?

Ella & John

(2017) di Paolo Virzì, 112 min.
The Leisure Seeker è il soprannome del vecchio camper con cui Ella e John Spencer andavano in vacanza coi figli negli anni Settanta. Una mattina d’estate, per sfuggire ad un destino di cure mediche che li separerebbe per sempre, la coppia sorprende i figli ormai adulti e invadenti e sale a bordo di quel veicolo anacronistico per scaraventarsi avventurosamente giù per la Old Route 1, destinazione Key West. John è svanito e smemorato ma forte; Ella è acciaccata e fragile ma lucidissima. Il loro sarà un viaggio pieno di sorprese.

E se vivessimo tutti insieme?

(2011) di Stephane Robelin, 96 min.
Jean, Annie, Albert, Jeanne e Claude sono amici da quattro decenni. Due coppie sposate e un single impenitente, tutti ultrasettantenni, alle prese con le malattie del cuore, delle cellule o della memoria. Tutti silenziosamente occupati a cercare una soluzione finale per se stessi o l’amato, per non pesare sui figli ma nemmeno assecondarli nelle loro fantasie di case di riposo senza privacy e senza identità. Vivere sotto lo stesso tetto, nella grande casa di Annie, è un’idea che nasce quasi per scherzo, a tavola, ma si trasforma in fretta nella soluzione migliore per tutti. Specie perché con loro si trasferisce anche un baldo giovane, Dirk, studente di etnologia alle prese con una tesi di laurea sulla condizione degli anziani in Europa.

Falling, Storia di un padre

(2020) di Viggo Mortensen, 112 min.
Willis Peterson, un vecchio uomo collerico e un po’ amnesico, vive solo in una fattoria isolata. Willis presenta sintomi di demenza e, per questo, è soccorso dal figlio John, cresciuto con lui nella campagna rurale e ‘volato’ in California, dove vive col suo compagno, Eric, e la figlia adottiva, Monica. Ma le buone intenzioni di John, pilota d’aereo a suo agio nel focolare domestico, si scontrano presto col carattere reazionario e ostinato di Willis, che non ha nessuna voglia di rinunciare alle sue abitudini e non perde occasione per umiliare il figlio. A parlare non è solo la malattia ma John resiste. Maturo e indifferente al biasimo del genitore, lo affronta un’ultima volta prima del congedo finale (da MyMovies).

Florida

(2015) di Philippe Le Guay, 110 min. Con Jean Rochefort, Sandrine Kiberlain, Anamaria Marinca, Laurent Lucas, Tommy O’Brien.
Claude Lherminier è stato proprietario e dirigente di un’importante cartiera di Annecy ed è ora un ottantenne che inizia a sentire, senza volerli ammettere, i primi importanti segni della demenza senile. La figlia Carole, che lo ha sostituito nella direzione aziendale, cerca di occuparsene affidandolo a badanti che lui mette, più o meno scientemente, in difficoltà. C’è poi un suo desiderio ricorrente al quale non vuole rinunciare: rivedere l’altra figlia, Alice, che vive in Florida.
Philippe Le Guay rivolge il proprio sguardo a quel momento difficile nella vita di molti in cui i figli si trovano a divenire genitori dei propri genitori. Da una parte c’è la fortuna di avere il padre (o la madre) ancora in vita ma dall’altra c’è il ‘peso’ di gestirne le apparenti stravaganze che sono invece segni del progredire del disagio psichico.
Con un attore straordinario come Jean Rochefort tutto questo diventa facile. Le sfumature, i sorrisi astuti e quelli che esprimono disagio, i lampi nello sguardo che in un momento fanno percepire la consapevolezza dell’agire e un istante dopo si spengono affogando nella più totale distanza da quanto circonda il personaggio, sostanziano tutta la sua interpretazione. Di fronte si trova una Sandrine Kiberlain che offre a Carole tutta la disponibilità di una figlia consapevole di una situazione che rischia però di mettere a repentaglio la sua vita di coppia adoperandosi per un genitore che ha bisogno di lei ma la sente anche come un severo controllore. Poi c’è la grande assente: Alice, l’altra figlia a cui Claude pensa incessantemente e che vuole rivedere al punto da sentirsi pronto ad affrontare un volo intercontinentale per raggiungere quella Florida con cui mantiene comunque un contatto attraverso i succhi di frutta.

Primo adattamento cinematografico dell’opera teatrale “Le Père” del drammaturgo francese Florian Zeller, da cui è stato tratto anche il film “The Father” (2020).

Il figlio della sposa

(2001) di Juan José Campanella, 124 min.
Rafael Belvedere è un uomo insoddisfatto della vita che conduce e di tutto ciò che ruota intorno ad essa. Incapace di comunicare con niente e nessuno, incapace di assumere impegni seri con la sua attuale fidanzata, incapace di assistere la vecchia madre, che da tempo vive con Alzheimer, Rafael si rifugia sempre più spesso in casa, davanti al televisore, ad appassionarsi ai vecchi episodi del telefilm Zorro. Ma il destino è in agguato e sta per cambiargli la vita. L’offerta fatta da una multinazionale per acquistare il ristorante del padre e l’improvviso apparire di un suo vecchio amico d’infanzia, Juan Carlos, lo aiuteranno a ricostruire il suo passato e a recuperare il suo presente. Rafael offre questa esperienza di vita al padre affinché esaudisca il vecchio sogno della madre: sposarsi in chiesa.

Iris – Un Amore Vero

(2001) di Richard Eyre, 90 min. Con Kate Winslet, Jim Broadbent, Hugh Bonneville, Judi Dench, Eleanor Bron.
Il film narra la vita della celebre scrittrice e filosofa Iris Murdoch. È anche la storia dell’amore, tutt’altro che sentimentale, tra lei e il marito John Bayley, studioso di letteratura inglese. Per lungo tempo è lei a dettare le regole del loro rapporto e a tenere il marito costantemente sulla corda. Poi, nell’età matura, quando Iris sviluppa la malattia di Alzheimer e comincia a dimenticare le parole, diventa docile e dipendente dal marito che, per continuare a comunicare con lei, riscopre il linguaggio infantile.

La Famiglia Savage 

(2007) di Tamara Jenkins, 113 min. Con Laura Linney, Philip Seymour Hoffman, Philip Bosco, Peter Friedman, Gbenga Akinnagbe.
L’ultima cosa che i due fratelli Savage avrebbero mai voluto fare è volgere lo sguardo alla propria difficile storia familiare. Dopo essere riusciti ad allontanarsi da un padre dispotico e autoritario, i due hanno costruito un bozzolo protettivo attorno alle proprie vite complicate. Ma ecco arrivare una telefonata, da cui apprendono che il padre Lenny, così a lungo temuto ed evitato, sta lentamente sprofondando nella demenza ed essi sono gli unici a poterlo aiutare.

Le Pagine della nostra vita

(2005) di Nick Cassavetes, 122 min. Con Ryan Gosling, Rachel McAdams, James Garner, Gena Rowlands, James Marsden.
Giorni nostri. Un anziano signore (James Garner) fa visita ad una donna (Gena Rowlands), ospite in una casa di riposo perché vive con una demenza, per leggerle alcuni passi di una storia d’amore d’altri tempi. Sbocciata nel Sud classista degli Stati Uniti anni ’40, la passione fra Noah (Ryan Gosling), semplice manovale, e Allie (Rachel McAdams), figlia di aristocratici in villeggiatura, diventerà lo strumento per ridare vita ai ricordi svaniti nel nulla.

Lontano da Lei

(2006) di Sarah Polley, 110 min. Con Julie Christie, Michael Murphy, Gordon Pinsent, Stacey LaBerge, Olympia Dukakis.
Dopo 44 anni di matrimonio, Grant e Fiona sono ancora molto legati l’un l’altra e la loro vita quotidiana è piena di tenerezza e umorismo. La tendenza di Fiona a riferirsi sempre più spesso al passato creano una tensione che viene però generalmente cancellata facilmente dall’uno o dall’altra. Quando i vuoti di memoria diventano più evidenti e drammatici, nessuno dei due può ignorare che Fiona abbia la malattia di Alzheimer. A quel punto Grant intraprende un vero e proprio viaggio d’abnegazione per permettere alla moglie di essere felice per l’ultima volta.

Mr. Holmes, il mistero del caso irrisolto

(2015) di Bill Condon, 104 min. Ritiratosi da tempo in una casa di campagna e abbandonata ormai la professione, Sherlock Holmes è un anziano che lotta con la perdita di memoria. C’è però ancora qualcosa che deve scoprire, un dettaglio nella sua memoria che non riesce a mettere a fuoco, relativo alla maniera in cui ha chiuso la sua carriera.

Nebraska

(2010) di Alexander Payne, 134 min.
Woody Grant ha tanti anni, qualche debito e la certezza di aver vinto un milione di dollari alla lotteria. Ostinato a ritirare la vincita in un ufficio del Nebraska, Woody si avvia a piedi per le strade del Montana. Fermato dalla polizia, viene ‘recuperato’ da David, figlio minore occupato in un negozio di elettrodomestici. Sensibile al desiderio paterno e dopo aver cercato senza successo di dissuaderlo, decide di accompagnarlo a Lincoln. Contro il parere della madre e del fratello Ross, David intraprende il viaggio col padre, assecondando i suoi capricci e tuffandosi nel suo passato. Nel percorso, interrotto da soste e intermezzi nella cittadina natale di Woody, David scoprirà i piccoli sogni del padre, le speranze svanite, gli amori mai dimenticati, i nemici mai battuti, che adesso chiedono il conto. Molte birre dopo arriveranno a destinazione più ‘ricchi’ di quando sono partiti.

Poetry

(2010) di Lee Chang-dong, 134 min.
Mija è una donna di 66 anni che si mantiene con una piccola pensione e un lavoro occasionale come badante. Vive in una piccola città della Corea del Sud assieme al nipote Wook, studente di liceo apatico e teledipendente. Il caso e la curiosità portano Mija a frequentare un corso di poesia. Per la prima volta nella sua vita, la donna si mette alla ricerca dell’ispirazione poetica, pronta a cogliere con un nuovo sguardo l’ambiente marginale e anonimo che la circonda. Ma il suo sogno di scrivere poesia deve fare i conti con una realtà dolorosa a cui si ribella con la ricerca della bellezza.

Quartet

(2012) di Dustin Hoffman, 98 min.
A Beecham House, casa di riposo per cantanti lirici e musicisti immersa nella campagna inglese, si prepara come ogni anno il grande spettacolo per l’anniversario della nascita di Verdi. Tutti gli artisti residenti tornano sulla scena per raccogliere fondi per mantenere Beecham e, tra gorgheggi e capricci, rinascono ansie da prima donna, rivalità, isterismi. E, ad aumentare la confusione, arriva la diva della lirica Jean Horton, che ritrova Reggie, Wilf e Cissy, gli altri componenti di un quartetto leggendario.

Still Alice

(2014) di Richard Glatzer e Wash Westmoreland, 99 min. Con Julianne Moore, Kristen Stewart, Alec Baldwin, Kate Bosworth, Hunter Parrish.
Alice Howland è moglie, madre e professoressa di linguistica alla Columbia University di New York. Alice ha una bella vita e tanti ricordi, che una forma rara e precoce di Alzheimer le sta portando via. Confermata la diagnosi dopo una serie di episodi allarmanti, che l’hanno smarrita letteralmente in città, Alice confessa al marito malattia e angoscia. La difficoltà nel linguaggio e la perdita della memoria non le impediranno comunque di lottare, trattenendo ancora un po’ la donna meravigliosa che è e che ha costruito tutta la vita (da MyMovies).

Supernova

(2020) di Harry Macqueen, 95 min. Con Stanley Tucci e Colin Firth.
Sam e Tusker, sessantenni, sono compagni di vita da molto tempo: Sam è un pianista, Tucker uno scrittore e hanno condiviso la loro passione per l’arte durante tutta la loro lunga storia d’amore. Ma Tusker ha avuto una diagnosi di demenza precoce e decide di prendersi una vacanza dalla realtà insieme a Sam a bordo di un camper con cui rivisitare luoghi e persone importanti del loro passato comune. Ma nel corso del viaggio entrambi dovranno venire a patti con il modo individuale di affrontare la malattia e con l’imminente trasformazione del loro rapporto (da MyMovies).

The Father

(2020) di Florian Zeller, 97 min. Con Anthony Hopkins, Olivia Colman e Rufus Sewell.
Tra le vie residenziali della Londra benestante, Anne si reca a far visita al padre Anthony nel suo appartamento. L’uomo, ottantenne, è rammaricato quando la figlia gli annuncia un prossimo trasferimento a Parigi per raggiungere l’uomo che ama, e chiede cosa ne sarà di lui. Poco dopo, sempre in casa sua, Anthony trova un uomo seduto a leggere il giornale, il quale sostiene di essere il padrone di casa e il marito di Anne. Pur vivace e a tratti ben lucido, Anthony mostra sintomi di malattia di Alzheimer, dimenticando fatti, luoghi e persone. Nel rapporto con i suoi familiari e con la giovane badante Laura, ultima di una lunga serie, la vita di Anthony prosegue per frammenti confusi che la sua mente non riesce più a ricomporre (da MyMovies).

Esordio alla regia del drammaturgo francese Florian Zeller, adattamento della sua opera teatrale “Le Père” (2012), da cui è stato tratto anche il film “Floridadi Philippe Le Guay (2015).

Tutto quello che vuoi

(2017) di Francesco Bruni, 106 min. Con Giuliano Montaldo, Andrea Carpenzano, Arturo Bruni, Vittorio Emanuele Propizio, Donatella Finocchiaro.
Alessandro è un giovane disoccupato, in perenne conflitto con il padre, che trascorre il suo tempo in modo inconcludente con amici balordi e come lui nullafacenti. Costretto ad accettare un lavoro, fa da accompagnatore a Giorgio, poeta 85enne con Alzheimer: quello che inizialmente sembra essere un compito ingrato dal quale sottrarsi si trasforma in un rinnovato percorso di vita. Delicato ragionamento sulla complessità degli affetti e il senso dell’esistenza. Sono mondi apparentemente inconciliabili quelli che dialogano nella bella sceneggiatura scritta dallo stesso regista, ma sempre attraversati da quell’impalpabile cifra poetica che sottende in modo efficace tutta la narrazione (da MyMovies).

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